Consiglio comunale, ok alla delibera.
Non solo giornali e riviste.
Trieste liberalizza le edicole. In consiglio comunale è andata in scena ieri sera l’abrogazione del “Piano comunale dei punti esclusivi di vendita di giornali e riviste” e “criteri per il rilascio dell’autorizzazione relativa ai punti vendita non esclusivi”. Ovvero «la possibilità di trasformazione dell’attività svolta nei chioschi edicola da commercio al dettaglio a commercio su aree pubbliche» come ha illustrato, al dettaglio, l’assessore allo Sviluppo economico Edi Kraus. La delibera è passata a maggioranza con 21 voti a favore, diverse astensioni (M5S e Federazione della sinistra) e altri che non hanno partecipato al voto. Sulla delibera di “scarso contenuto” (parola di Maurizio Bucci) si è consumata la prima parte della seduta del Consiglio con un dibattito surreale. I liberisti che avrebbero voluto votare a favore costretti a non partecipare per carenza di documentazione. A sollevare la questione Paolo Rovis (Ncd) che si è trovato senza un documento che aveva chiesto: «Purtroppo non darò alcun voto perché non sono stato messo in condizione di poter deliberare». Nel suo “aventino” Rovis ha trascinato anche il collega Maurizio Ferrara e il gruppo di Forza Italia con Everest Bertoli. Il centrodestra, che avrebbe votato sì, si è trovato a non votarla. «Avrei votato a favore di questa delibera, ma c’è un limite anche all’arroganza dei numeri». Alla fine, comunque, le edicole sono state liberalizzate. E ora potrebbe realizzarsi lo scenario descritto dall’apocalittico Bucci (Fi). «Nelle edicole in pieno centro si potranno vendere reggipetti e mutande, ma anche pesci e verdure» la denuncia dell’ex assessore. Sardoni e patate incartate nei giornali. Abbinamento perfetto. «Non propendo per mutande e canottiere. Spero che gli edicolanti si specializzino nell’offerta per i turisti» ha aggiunto Rovis.
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